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L’importanza di un numero civico: il secondo incontro di Piemonte Cooperativo, una storia che si (r)innova

Si è svolto mercoledì 20 aprile il secondo incontro del ciclo storico Piemonte Cooperativo: una storia che si (r)innova, organizzato in collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci ed ospitato nelle sale del Polo del ‘900 di Torino.

Argomento della serata “L’importanza di un numero civico”, ovvero un percorso attraverso la nascita, crescita e trasformazione della cooperazione di abitazione, con l’esempio della cooperativa Di Vittorio che proprio nel 2022 festeggia i suoi 50 anni.

A portare i propri saluti il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio che ha precisato come proprio sul tema dell’abitazione “la cooperazione abbia dato un apporto significativo sia a livello imprenditoriale, fornendo nuovi alloggi, sia dal punto di vista sociale rispondendo a dei bisogni e contribuendo a creare un modello di comunità”.

Il presidente dell’Istituto Gramsci, Gianguido Passoni, ha sottolineato come “la cooperazione edilizia ha sempre avuto una importante funzione sociale, adeguandosi ai cambiamenti della società nel tempo e ai mutati bisogni”.

Nel corso dell’incontro Davide Tabor, docente dell’Università degli Studi di Torino, ha ripercorso la storia delle politiche abitative a partire da inizio Novecento ricordando come nel secolo scorso vicende storiche e fenomeni sociali hanno portato a una crescente richiesta di case che hanno modificato la morfologia di Torino e come accanto all’elemento fisico, di possedere un tetto sotto cui stare, sia emersa le rilevanza del dato sociale, dell’attenzione alla comunità e ai servizi.

Un aspetto confermato anche dal presidente della Di Vittorio Massimo Rizzo che nel ricordare il 50esimo compleanno della cooperativa ha sostenuto come “già tre anni prima, nel 1969, con le proteste degli operai di Mirafiori che chiedevano case si sono poste le basi per la nascita della Di Vittorio, che sarà il risultato dell’unione di tante piccole cooperative di abitazione sorte negli anni prima”. Rizzo ha poi ripercorso le diverse tappe dalla Di Vittorio: “All’inizio c’era bisogno di case e si puntava più alla quantità che alla qualità, mentre dagli anni Novanta si è prestata più attenzione alla qualità e anche la cooperativa si è strutturata più come impresa. Negli anni 2000 poi c’è stata una grande fase di rinnovamento urbano, pensiamo alla Spina 3 la più grande riqualificazione urbana in Europa in cui la Di Vittorio ha contribuito con 1600 alloggi tra cui il villaggio olimpico per i media usato per Torino 2006”. “Davanti a noi ora – ha concluso Rizzo – abbiamo nuove sfide come quella della sostenibilità ambientale, del benessere e della comunità”.

Infine, ha raccontato la sua esperienza anche Giada Manca, giovane socia assegnataria della cooperativa Di Vittorio: “Ho conosciuto la Di Vittorio nel 2016 quando io e il mio fidanzato cercavamo una casa. Ci siamo iscritti e abbiamo tenuto sotto controllo i bandi e a fine 2017 c’è stato assegnato un immobile. Entrare a far parte della cooperativa è stato una garanzia: non ci siamo mai trovati da soli, né con spese improvvise o non chiare. Siamo parte di qualcosa e abbiamo trovato comunità e sostegno”.